Sono innumerevoli gli strumenti innovativi che ogni giorno si rendono disponibili in rete, molti dei quali riguardano anche le lingue, le parole, i testi ed i loro usi. Ogni tanto balza all’occhio qualche applicazione particolarmente utile o innovativa. Ad esempio, gia` da qualche tempo – ieri anche sul corriere online – si parla di Wordnik il modello web 2.0 del dizionario del futuro. Creato per la lingua inglese, questo sito non offre solo le classiche definizioni dei lemmi, come gia` molti dizionari online fanno, ma abbraccia in pieno lo spirito di condivisione dal basso che anima i piu` recenti siti sociali di internet. Wordnik, quando si cerca un termine, rimanda direttamente ad esempi presi da opere letterarie attinte da biblioteche online gratuite, cita esempi presi da Twitter, inserisce immagini prese da Flickr che corrispondono alla parola data. Insomma, non mostra solo la definizione corretta, ex cathedra, ma fornisce anche numerosi contesti reali in cui la parola e` utilizzata da utenti della rete. Notoriamente il numero enorme di persone che quotidianamente scrive qualcosa su internet e` tutto fuorche`affidabile in termini di stile e proprieta` linguistica; eppure e` proprio questa incalcolabile quantita` che da` un valore statistico imprescindibile su come una parola e` concretamente utilizzata, sull’attuale norma d’uso diffusa tra i parlanti.

Esistono, inoltre, altri popolari strumenti che ci consentono, in tempo reale, di mettere in luce tendenze generali altrettanto preziose e di sciogliere tanti dubbi linguistici ricorrenti. Avete qualche incertezza se si scriva “spiagge” o “spiaggie”? Digitando la parola su Google non ci dovrebbero essere dubbi, o quasi, sul risultato: 3.230.000 persone hanno utilizzato nelle pagine web  la versione senza “i”, mentre “solo” 263.000 persone hanno optato per il meno consono plurale. E se la statistica non dovesse aiutare, meglio tenere a portata di mano il solito, vecchio dizionario ed una buona grammatica.

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